sabato 18 dicembre 2010

PAROLE SOLTANTO PAROLE

In un breve ma concitato diverbio in rete il mio interlocutore, esprimendo un opinione opposta alla mia, ha sostenuto che nel web ci si scambiano "soltanto parole", cioè fumo senza arrosto.
"Soltanto parole" detto quasi con dispregio, come se si trattasse di vermi da schiacciare o di pustole da estirpare.
Amici miei, io che con le parole ci vivo e ci lavoro quando scrivo i miei libri e le mie poesie, io che trasformo le parole in colore e segni quando dipingo, a sentirne parlare così come fossero roba da mercatino dell'usato e dell'inutile mi sono venuti i brividi.
La parola distingue l'uomo dalla bestia, che bela, abbaia, grugnisce, barrisce, ruggisce, raglia ma non parla.
Con le parole si può fare tutto. Mettendo insieme quelle cinque vocali e quelle sedici consonanti si costruiscono appunto parole, con cui si sviluppano frasi, che consentono al pensiero di prendere una forma visibile, leggibile, comprensibile.
Con le parole si può imprecare, maledire, benedire, blandire, supplicare, dileggiare, elogiare, schernire.
Si ama con le parole: meglio dire ti amo che spedire fiori.
Si odia con le parole: piuttosto che spedire un pacco contenente uova merce e merda essiccata, meglio dire a piena voce va all'inferno. Vuoi mettere?
Poi ci sono le parole degli artisti, dei poeti, degli scrittori, gente diversa, dotata di sensibilità che può sembrare eccessiva, ma che occorre loro per reperire le parole adatte ad esprimere i propri sentimenti.
I sentimenti!
Ecco cosa esprimono le parole degli artisti: i sentimenti.
Lasciate parlare gli artisti e i poeti e ascoltatene la voce: usano parole, è vero, ma per lasciare che i loro sentimenti si materializzino.
Ascoltateli quei sentimenti, che sono la parte più nobile dell'animo umano, e non trattate le parole degli artisti come fossero pietre bagnate dall'urina dei cani randagi.

11 commenti:

  1. Le parole sono TUTTO. Beato chi è in grado di capirlo.

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  2. p.s.
    e quelli che non sono in grado vadano pure a tirar sassi per strada. Ma senza di me. I violenti e quelli che li aizzano con stantie menate ideologiche mi hanno rotto il cazzo. Se gli dici qualcosa ti fanno pure sentire un rammollito, uno smidollato. Sulla protesta avrebbero pure ragione, ma avere ancora in testa, a distanza di secoli, Robespierre e la ghigliottina e null'altro di nuovo ne fa solo una massa di patetici pecoroni.
    La vera violenza rivoluzionaria viene dalle parole, e non per niente i posteri, fra qualche secolo, ancora proveranno brividi di ammirazione per quegli studenti che opponevano agli scudi degli sbirri cartelloni colorati con titoli di libri, mentre i signori della guerriglia dell'altra sera (che se beccavano qualcuno in testa con un sanpietrino rischiavano di beccare un bimbo, non certo il berlusca!) verranno scambiati con la teppaglia di un dopo Roma-Lazio qualunque!

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  3. Approvo in pieno il tuo post ed i commenti di Zio Scriba!

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  4. le parole sono pietre, vincenzo, per questo devono essere usate con estrema attenzione, e vanno ripensate, rilette e modificate.
    Come scrissi 9 mesi fa ..

    Nik, se le parole sono pietre, allora le pietre sono parole, e chi sfascia una vetrina ha il suo nome sul sasso: non c'è scritto disoccupato, precario, poveraccio, ma solo DELINQUENTE.
    E fin qui siamo d'accordo. Adesso però spiegami la differenza tra lanciare sassi e rubare libri, perchè 5 minuti fa ho letto questo delirio dal tuo amico ernest, rimanendone sconcertata.

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  5. *Adriano- Benvenuto e grazie per la tua approvazione.

    *LeNny- In un momento di gloria (durerà? quanto durerà?) tutto va bene e niente fa una grinza. Grazie, sei come sempre stringatissimo e verace.

    *Nik.- Concordo: le parole sono TUTTO, in forma e colore e contenuto.
    Per il resto la storia è piena di vigliacchi, capaci di fare tutto nascondendosi a tutti. Quando ero in Italia non nego che qualche volta -più di una volta- ho mormorato parole offensive per quel milite della stradale, per quel carabiniere che mi dava l'Alt e mi chiedeva documenti con accento calabrese o siculo o pugliese.
    Ora mi dispiace di aver pensato quello che allora pensai su questi uomini in divisa.
    Pensaci bene Nik, solo terroni. Ti dice niente?
    Questi sono dei poveracci che avevano una sola alternativa per continuare a campare: o con la mafia e la camorra o con la Legge. Hanno avuto il coraggio di scegliere la legge.
    Sentirli chiamare "servi dello stato" con quel disprezzo con cui questi incappucciati lo dicono, fa male.
    Ma più male fanno le legnate e le pietre -i maledetti sanpietrini- (lo dico per Silvia, che forse non lo sa: i sanpietrini sono i selci quadrati con cui è lastricata Piazza San Pietro a Roma, e i romani subito gli hanno dato una qualifica e uno strato d'onore.
    Un sanpietrino pesa non meno di quattrocento grammi, è un cubetto di porfido, fa maledettamente male se ti piglia. E se poi becca un bambino gli spappola il cervello.
    E questa gente viene da lontano per ogni manifestazione. La domanda è: ma chi li sovvenziona, chi li finanza?
    Lo sai tu Nik?
    Lo sai tu Silvia?
    Lo sai tu LeNny?
    Lo sai tu Adriano?
    Qualcuno vuole dirlo in chiaro?
    Lo dico io: da sottomovimenti di estrema sinistra, molto estrema, troppo estrema.

    *Silvia- Spalanchi una porta aperta: le parole sono pietre, che a volte ti restano sul gozzo, a volte ti colpiscono allo stomaco, come quel famoso pugno, a volte rimangono dove le pietre devono rimanere, cioè per terra.
    Quando le vedi per terra, puoi guardarle dall'alto, senza abbassarti cioè, oppure ti puoi abbassare -non ci vuole tanta fatica- e le puoi anche rivoltare per vedere quello che nascondono sotto, forse un ragnetto vagabondo, forse una tana di un insetto, forse niente.
    Allora puoi riflettere, solo allora, dopo averle guardate sopra e sotto puoi riflettere e tirare le tue conclusioni.
    Chi lancia le pietre è un bastardo, un delinquente, uno sprovveduto, ma chi raccoglie le pietre lanciate e le rilancia indietro, non è da meno con qualcosina di più: è uno sciocco.
    Tanto più sciocco se non le ha guardate bene sopra e sotto.

    Ciao a tutti e buona domenica.

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  6. * Silvia
    io quello l'ho considerato un gesto simbolico e quantomeno non violento, anche se devo dire che non mi ha convinto del tutto, tanto è vero che nel commento mi sono concentrato su Don Gallo, un uomo che mi è sempre piaciuto malgrado sia un prete...

    sono perplesso non tanto per il furto in sé, ma per il fatto dei libri: le librerie in italiA rischiano tutte di chiudere, allora sarebbe stato molto meglio "espropriare" verdura da qualcuno di quei fruttivendoli 'ndranghetani che la fanno pagare come fosse platino, e poi darla a chi soffre la fame o non arriva a fine mese: in quel caso condanneresti il furto? io NO, o non del tutto, almeno... non in maniera così da "valore assoluto"...

    Non ho neanche approfondito che libri fossero: immagino politico-filosofici. Spero non opere di narrativa di bravi scrittori che fanno a loro volta la fame (sarebbe stato giusto pagarli) o libracci tipo quelli di vespA (sarebbe stato diseducativo distribuirli...)

    di una cosa sono comunque sicuro, e ci metto tutte e due le mani sul fuoco: anche se quel post può essere stato infelice, Ernest è non solo un ragazzo intelligente, ma anche una persona buona. Molto, molto buona, ne sono sicuro.

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  7. NIK, sai cosa mi dà fastidio di certi blog? Quando ... bèèèèè..... tutti si accodano al messaggio del post e al parere del blogger. Che può anche essere una persona squisita, per carità, ma può anche toppare, come me e come tutti, per la miseria.
    Non dico di fare come nel mio blog che io e iacoponi "ci si litiga" ogni treperdue, ma possibile che in certi posti siano sempre TUTTI d'accordo? Anche tu, vedi, ti sei concentrato su un particolare per non fare il rompiballe di turno.
    D'altra parte, il mondo blog non è che lo specchio della first life, dove ci si arrabatta per far parte di un gruppo, per essere accettati da un clan, per essere popolari, e a questo scopo si sacrifica la propria libertà di pensiero.
    (vado a preparare la torta salata, torno dopo) ...
    Rieccomi. Per concludere: non c'è persona che apprezzo di più di quella che ha il coraggio di dire, al leader indiscusso o al primo sparascemenze del giorno, esaltato dal consenso degli avventori (chissà perchè, mi immagino la scena in un bar): ma che cazzo dici?

    Riguardo la tua ridistribuzione della frutta, ne avrei da dire, ma non voglio approfittare dell'ospitalità del capo. :)
    bye

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  8. * Silvia
    dipende un po' dai casi: in genere a me non piace belare e scodinzolare, e tu lo sai, ma non mi piace neppure rompere i cosiddetti su tutto come fanno certi provocatori o certi precisini che spesso si incontrano. Per esempio su quei blog in cui si approvava o incitava la violenza ho detto pacatamente la mia senza paura, così come quando leggo il racconto o la poesia di qualcuno, specie se bravo, cerco di comportarmi da amico sincero che se hai toppato (a suo parere) te lo dice. E' un po' una questione di misura e di equilibrio: a volte se hai voglia di andare da un amico per fare due chiacchiere cerchi di trovare l'argomento che vada bene a entrambi: in fondo i blog si sceglie di frequentarli anche su basi di affinità, che poi si ripercuotono (magari in negativo) sull'atteggiamento di base nei dibattiti. Voglio dire, va bene il coraggio delle proprie idee e tutto quanto, ma perché dovrei farmi il sangue cattivo andando a parlare di omofobia su blog di nazistoidi omofobi? Per l'onore di farmi dei nemici? Preferisco avere amici. Coi quali ogni tanto mi scontro pure, ma dev'essere un'eccezione, dovuta a seri motivi. La mia indole è così.

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  9. **Nik e Silvia-
    Mi piacete quando vi rincorrete nel mio blog.
    Sta attento Nik, la piccola sa mordere, se ti acchiappa bada solo ai suoi denti.
    Hai ragione Silvia, sul tuo blog sembriamo -a volte- un cane e un gatto (faccio io il gatto per non farti venire l'orticaria).
    Ma lo trovo bello e salutare.
    La dialettica, la dialettica, la dialettica
    è e deve essere l'anima della sana amicizia e del rispetto. Mai tenersi dentro un giudizio negativo per paura di inquietare l'altro.
    Noi non abbiamo bisogno di consigli in questo caso

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  10. *NIk- Mi sovviene rileggendo un particolare. Io ho avuto tanti amici nella mia vita, ma uno solo era l'amico della mia vita. Si chiama Adolfo, è sardo e non lo vedo da oltre 40 anni, ma lo sento vicino perché penso sempre a lui.
    Qualche volta abbiamo litigato -per cazzate-, ma di solito eravamo sempre d'accordo. Faccio riferimento alla tua frase "se hai voglia di andare da un amico per fare due chiacchiere cerchi di trovare l'argomento che vada bene a entrambi".
    Io e Adolfo non avevamo bisogno di cercare, perché avevamo gli stessi sentimenti, le stesse idee, lo stesso modo di concepire un'amicizia, che -a differenza di un amore- è tutto. Se l'amicizia è vera non finisce mai, l'amore finisce e come. Quando due persone sono in totale sintonia e simbiosi, quando viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda allora sono amiche.
    In amore no, sono due le lunghezze d'onda, qui sta il segreto per cui un amore nasce e poi può morire.
    È solo un mio ruminare, niente altro.
    Ciao. amico mio.

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