lunedì 1 marzo 2010

CENTOQUARANTA ALL'ORA

In autostrada è già una bella velocità. In Italia ti arriva una consistente multa se ti fai beccare da un radar; qui in Cruccolandia non ti succede niente se non sei coinvolto in un incidente con almeno un ferito. In quel caso potresti perdere la patente per un paio di mesi oltre ad un migliaio di euro con cui finanziare opere buone e cattive.
Ma se 140 Km/h fosse la velocità media del vento di un uragano invernale non ci sarebbe da stare allegri, come ci è capitato ieri pomeriggio. Noi siamo particolarmente esposti a questi scherzi della natura, perché la nostra è una delle prime case di Maximiliansau venendo dall'Alsace, e qui tutto il cattivo tempo viene dal versante francese, dall'Alsace appunto, e si trova davanti una distesa di chilometri di campi, nemmeno di foreste o boschi o boschetti; niente, solamente piantine nane. Sembra che i Franciosi si divertano almeno una volta all'anno a mandare toute leur merde vers les allemands, merde che noi a casa mia prendiamo regolarmente sul muso.
Il gran casino è esploso ieri verso le quindici. Data la cagnara che facevano i due piccoli indiani di casa nostra non abbiamo sentito le prime raffiche, pur sempre robetta da 120/130 orari. Poi qualcuno, non ricordo chi ha esclamato preoccupando tutti: "Ma cosa stanno combinando quei due?" Via di corsa a controllare. Le due povere stelle stavano guardando fuori dalla finestre tutto quello che volava in quel momento: un turbinio di rami, rametti e oggetti strani. Il tempo di tirare giù tutte le serrande per sentirci sopra i primi colpi di rami spezzati che arrivavano in volo. Un attimo di ritardo ed avremmo avuto qualche vetro di finestra a pezzi. Un bel culo avere in famiglia i gemellini sentinella.
Ma strani rumori arrivavano dall'appartamento del piano di sopra. Neanche pensare che le due giovani fanciulle potessero essere in casa a quell'ora della domenica.
"Nun ce stanno mai a casa ste du galline quanno che serve".
Non ricordo con esattezza, ma data la forma dialettale sono propenso a pensare di avere pronunciato io quelle parole, però il tono di voce era garbato, questo lo ricordo bene.
Siamo usciti fuori io e Federico per vedere cosa fosse che generava tutto quel chiasso. Il vento aveva letteralmente strappato una serranda dagli infissi e adesso la faceva garrire come una bandiera, o per meglio dire, la faceva sventolare come una vela strappata e prossima ad essere sradicata con tutto l'albero maestro. Ma non solo, la serranda picchiava con forza contro i vetri: era quello che provocava il gran chiasso, promettendo di mandarli in frantumi da un momento all'altro.
"Se si stacca e viene di sotto può fare danni gravi anche sul nostro balcone". L'allarme viene da Federico, mente lucida e fredda della famiglia. Occorrono in certe circostanze; fortunato quel genitore che quando aveva il tempo, la voglia e la potenza ha generato figli simili. A me è riuscito: Federico pensa, Alessandro mette in pratica. Io controllo. Qualcuno lo deve pur fare.
Abbiamo deciso di telefonare ai pompieri. I solerti pompieri tedeschi arrivano in meno di quattro minuti (vabbè che partono da 500 metri da casa nostra, però vuoi mettere), facendosi preannunciare da sirene e luci blu. Due autobotte e dodici uomini in tutto. Perfetto e tempestivo intervento della Deutsche Feuerwehr: scale e scalette fissate al balcone superiore; in men che non si dica la fatidica serranda sconfitta, tolta via dagli stipiti, ripiegata e messa in silenzio in fondo alla cantina; una buona birra trincata da tutti e dodici condita da solennissimi "Prosit!". Un vero spettacolo di efficienza. Il tutto in nemmeno venti minuti, birra compresa.
Poi c'è stata la corsa all'Ospedale pediatrico per portarvi Alessia, piena di puntini rossi. Che tirata di fiato: non è varicella, solamente orticaria. Di sera sul tardi ancora un nipote, Alessandro questa volta, ha bisogno di suo nonno, cioè di me: c'è da riportarlo nella sua caserma di Germersheim in tempo utile, perché i treni non partono in quanto l'intera linea è stata invasa da tronchi d'albero divelti dal suolo. In alcune zone, Germersheim per l'appunto, la velocità dell'uragano ha superato i 160 Km/h.
Questa mattina il telegiornale ha riportato la notizia che qui nella Renania c'erano stati sei morti, ma in Francia erano cinquantadue. Una robetta, insomma; quasi uno scherzo di marzo.
Poi sono arrivate le due fanciulle, con gli occhi sbarrati a chiederci se avevamo notizie della loro serranda. Non mi sono sembrate galline, piuttosto pulcini bagnati. Comunque sempre di gallinacei si tratta, giovani, si faranno. C'è ancora una speranza in giro per il mondo.

4 commenti:

  1. ... Eri spettinato, alla sera?
    Certo che la natura quando ci si mette non guarda in faccia nessuno.
    Ricordo una tromba d'aria, qui, non tanti anni fa. Mentre io e Anita controllavamo dalla finestra della cucina, come i tuoi gemellini vedette, cosa stesse succedendo, in un attimo tutti i "casutei" abusivi del nostro vicino di casa si disintegrarono, e tocchi di plastica ondulata ex-tetti volarono ondulando nel nostro cortile. Anita la tragica si mise a urlare, io uscii per arrestarne la corsa (che fantasia) e la mia vicina: "traaaanquiiiillaaaa, traaaanquiiiillaaa, nun te agitare, nun succede gnente... mò rimettiamo tutto a posto.."
    Infatti, il giorno dopo, toc, toc, toc, quattro colpi di martello di "Giò fesso" e i casutei abusivi tornarono all'originario bruttore.

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  2. Ehi! che, cruccolandia è forse il MIO cruccolandia? diritti d'autore, bello!

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  3. Sì, è proprio il TUO.
    Dispostissimo a pagartene i diritti...o meglio, ti cedo il MIO "topi che squittiscono" alla pari. OK?
    A patto che io possa ascoltare la musichetta di Masini. Non me la passa: mi dice che in questo Land non c'è il permesso. Bo!

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  4. Se non hai il permesso non ce l'hai, che ti devo dì. Si capisce che il tuo land non ha pagato le tasse a youtube, che ne so.
    ..Ti ricordo che i topi li avevamo già scambiati con la supposta! Non puoi scambiare due figurine con una sola, a meno che quest'ultima sia introvabile, e nemmeno fare prendi due paghi uno. ciao

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