martedì 2 marzo 2010

MENEGHINI DOCG IN CRUCCOLANDIA (*)

Ne ignoravo l'esistenza, ma trenta anni orsono dentro un piccolo supermarket nel nostro piccolissimo paese li ho sentiti confabulare tra loro a voce alta, da bravi italiani: i signori Giuseppe e Maria Grazia B. (che, prego di credere, non sta per Berlusconi e nemmeno per Brambilla).
Parlavano il "misto italcrucc" cui davano la tipica inflessione lombarda. Per chi mai ha soggiornato a lungo in questa grande nazione la spiegazione è necessaria. Dopo qualche anno la conversazione potrebbe essere questa: "Hast du guardato quella?" chiede lei. "Chi? Die da mit dem comico cappello auf dem Kopf?" si informa lui. "Ja, quella. Wer sonst?" insiste lei. "Che ha die dann tanto interessant?" fa lui guardando altrove. "Sie gucht dich. Ti guarda tanto" "Non l'ho mai gesehen, non l'ho mai vista" E gira la faccia dall'altra parte.
Abitavano mezzo chilometro distanti da noi. Li avevo pure visti, ma viaggiavano in Mercedes 280 S, non tipicamente una vettura da italiani e mi sembravano dei loro.
"Sono ingegnere meccanico, disse Bepi, e lavoro nella fabbrica di camion di Wörth. Lei sta in amministrazione, ufficio acquisti dall'estero, visto che parla quattro lingue oltre il milanese."
Tifava Milan e l'avrei dovuto ammazzare, ma mi fu subito simpatico, per cui gli ho fatto grazia della vita; e poi era il marito di Maria Grazia. Lei aveva una lingua sempre in movimento; rideva di gola, rideva in aaaahhhh! Bella risata, aperta, schietta, che una volta iniziata finiva per contagiare tutti i vicini nel raggio di trenta metri. Intelligente, brillante, piena di vita e piena di curve...tutte al posto giusto e nella giusta quantità.
Era una gran bella donna, sapeva di esserlo e non lo metteva affatto in mostra non essendocene assolutamente bisogno. Divenne amica di Annamaria e spesso andammo a cena fuori, piantando i nostri bambini, tre noi e una femmina loro, con la loro tata.
Tutto si svolse pochi mesi dopo quel primo incontro.
Una sera già piuttosto tardi il Bepi suonò alla mia porta. Pensai fosse capitato qualcosa di grave.
"Posso chiederti un favore grande? Puoi tenermi la Carla per questa notte qui da te?"
La Carla aveva undici anni, come il mio Alessandro con cui andava insieme a scuola. Chiaro che era successo qualcosa di grave.
"Non c'è problema, risposi; la faccio dormire con Stefania"
Uscii in cortile insieme a lui per aiutarlo a prendere la figlia, che già dormiva dentro la macchina.
"Maria Grazia è in ospedale?" gli chiesi.
"No. È a Parigi, la vado a prendere stanotte. Domani dopopranzo mi riprendo la bimba".
Non ci capivo niente. Annamaria aveva continuato a guardare la TV e non si era accorta di nulla. Ma qualche cosa intuì perché ce la trovammo davanti all'improvviso.
"Che cosa è successo a Maria Grazia?" chiese allarmatissima.
"Niente, sta a Parigi" risposi.
"La vado a prendere io." intervenne pronto il Bepi.
"Allora sta male?" insistette Annamaria.
"No, no. Ha finito i soldi"
Amen. Finalmente avevo capito anche io.
L'indomani Bepi venne a recuperare la figlia scambiando con me un paio di monisillabi.
La verità me la confessò una settimana dopo. Lo incontrai al bar italiano. Volle offrirmi il caffè, poi mi invitò a seguirlo. Andammo con la sua Mercedes fino al Reno. Piantammo la macchina in una piazzola e ci mettemmo a passeggiare lungo l'argine.
Per più di dieci minuti non aprì bocca; si vedeva che cercava le parole.
"Bisogna che con qualcuno ne parlo, sennò scoppio" iniziò.
"È già la terza volta che succede", disse, ma gli mancò il coraggio di continuare. S'era fermato e mi guardava.
"È un bel guaio, dissi, tanto per aiutarlo. Se non sa andare coi soldi, sarà il caso che non la mandi più a fare sti viaggetti da sola. Portacela tu."
"Non ci va mai da sola. C'è sempre uno diverso insieme a lei."
Aveva sputato il rospo e, come dire, passato la mano. A me che pensavo col cervello a tutta manetta.
"Cazzo!" Lunga pausa cerebrale. "Cazzo!" Altra pausa. "Cazzo!" Non mi veniva su altro.
Non mi aiutava: sembrava che aspettasse lui aiuto da me.
"Da quando va avanti sta storia?" chiesi, tanto per cominciare.
"Da quando siamo qui in Germania"
"A Milano niente?"
"A Milano niente"
"Tornatene a casa. allora"
"Ho altri dieci anni di contratto, e poi sto bene qui. Abbiamo comprato la casa e tutto il resto."
"Per cosa è scontenta, insomma?"
"Enzo, non hai capito niente!"
No, niente, assolutamente niente.
"Lei è malata in un certo senso...ha...come dite voi a Roma? Lei ha...ha..."
"La cazzite acuta? Vuoi dire... che ha bisogno di uomini?"
Mi disse di essere sicuro che lei lo amasse ma che aveva bisogno di evasione.
"Va tutto bene finchè non si innamora di qualcuno. Allora scappa con lui, quasi sempre in Francia; e paga sempre tutto lei. Così quando ha finito i soldi il ganzo la pianta e lei mi telefona disperata."
"E tu corri?"
"Si, corro"
"Come hai fatto l'altra notte?"
Fece un grugnito per risposta.
"Sei proprio un gran coglione"
"Ma io la amo"
"All'inferno lei e l'amore."
"Che avresti fatto tu?"
Rimasi un attimo interdetto. Già, cosa avrei fatto se la donna della mia vita fosse scappata una settimana con un altro? Annamaria che si fa toccare da un altro uomo, che si lascia baciare da un altro uomo, che si fa...
"La gonfiavo come una zampogna!" esplosi. E me la vedevo Annamaria a terra pesta e sanguinante. Ma non sarebbe mai potuto succedere, lei no, lei sicuramente no. E perché no? Chi lo può mai dire? E se succedesse. Accidenti a te, Bepi e a quella mucca di Maria Grazia.
"La lasciavi a Parigi, a far marchette."
Cominciò a piangere.
E mi fece pena.
Improvvisamente capii quanto triste potesse a volte essere la vita.
"Hai provato a farla curare?"
Non riusciva ad emettere un suono oltre i suoi singhiozzi.
"Non voglio che nessuno sappia questa cosa" disse alla fine.
E questa mi sembrava una cosa giusta.
Mica tanto, però.
"Insomma, lei la fedifraga, la traditrice, la fornicatrice deve rimanere santa e pulita, mentre tu ci rimetti la tua pace i soldi e porti le corna come uno scimunito? Non ti sembra che gliela fai bella comoda?"
Ma non poteva farci niente. Sapeva che sarebbe successo ancora, e ancora chissà quante volte; e sapeva che lui sarebbe sempre corso a riprendersela quando a lei sarebbero finite le palanche.
Non venne più a portarmi sua figlia negli anni a seguire, ma mi raccontò una sera, che da quella volta Maria Grazia lo aveva fatto con una certa regolarità e passione: una volta all'anno, e sempre giovani virgulti squattrinati.
Sono venuti a farci visita qualche sera fà. Sono passati tanti anni, e oramai stanno entrambi in pensione. Parlo del lavoro, e anche di quella cosa là. Me lo ha confermato Bepi, che adesso Maria Grazia si è calmata.
Ti credo, ha quasi settanta anni e più di novanta chili di lardo: là dove prima c'erano le sue deliziose curve da inforcare con una Ferrari, adesso per farle occorre un fuoristrada, altrimenti ci affondi dentro con tutte e quattro le ruote.
"Quel tempo è oramai vorbei, passato" mi dice. "Si tratta di più di trenta anni fà".
"No, Bepi: sono più di trenta chili fà."
Hanno venduto la casa di Maximiliansau, per comperarne una a Jogkring, dieci chilometri circa distante da qui in direzione di Germersheim. Bel posto.
"Una casa bellisssima a due piani, aggiunge Maria Grazia. Noi siamo di sopra e Carla col marito sotto. Lo abbiamo fatto per starle vicini".
Sono gli unici milanesi veraci in tutta la nostra provincia. Bepi è nato e vissuto dalle parti di Porta Ticinese; Maria Grazia è di Porta Romana.
I soli meneghini DOCG, i signori Giuseppe e Maria Grazia B.
Ma non pensate che sia l'iniziale di Berlusconi, e nemmeno di Brambilla. È il nome che si da agli abitanti di una provincia lombarda, vicino Milano. Quelli maschi, naturalmente.
*) Il termine Cruccolandia è usato per gentile concessione di Fuma62, che ne detiene il Copyright

2 commenti:

  1. Ah, bene, perfetto: iaco-giovane docebat (spero aver coniugato giusto) che la donna che fa le corna al marito va curata, amorevolmente curata, perchè MALATA, ovvio. Mancava poco e gli consigliavi di ricoverarla in manicomio e farle l'elettroshock, per toglierle cattivi pensieri.
    Se invece il sciur giusepp ti avesse confessato di esserci andato lui, in Francia, a farsi una BAGUETTE, di sicuro non gli avresti consigliato un medico: una pacca sulla spalla, due risate e giù a informarti sul tipo di farcitura della baguette. Prova a dire di no.

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  2. Se vuoi avere ragione sempre, prego accomodati. Il punto è che la dolce metá del sciur Giusepp se la squagliava piantando marito e figlia piccola per farsi una vacanza emotiva, (ti piace almeno la delicatezza?), per poi piangere al telefono "Amore, ti prego aiutami..." Cazzo, le veniva da piangere solo quando non aveva più marchi, e le venivano di colpo i rimpianti, povera stella. Naturalmente lo stallone di turno già era decollato per altri lidi. No Martini no party.
    E tu cosa mi fai? Difendi la povera vittima del destino... quale destino? essere nata donna, preda di quei brutacci villosi e puzzolenti eredi dei cavernicoli, chiamati uomini?
    No cara Fuma, rispetto ogni opinione, anche questa tua naturalmente, ma non credo, NON credo che tu avresti lasciato una bambina di 11 anni per correre dietro ad una avventura di cui conoscevi giá la fine. Correggimi se sbaglio.
    È che stavolta non me la vuoi dar vinta. Sai qual'è il guaio? Che la storia è in parte ritoccata, ma purtroppo vera. Succedeva ogni anno almeno una volta, per anni e anni.
    Ti sei infilata nel tunnel a testa così bassa, che non hai nemmeno fatto caso al mio omaggio ai tuoi diritti di autore.
    Respira a fondo, respira a fondo, Fuma; a quast'ora si va a nanna, perché si è stanchini dopo una giornataccia: lavoro fuori, lavoro in casa, marito brontolone, figli incazzosi. Ti capisco e ti sono vicino.
    Buona notte, Fuma, sogni d'oro.

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