venerdì 19 marzo 2010

DE VERA AMICITIA

Innanzi tutto c'è da seguire l'iter del pensiero, che questa volta è importante. Questa mattina alle 5,42 ero in piedi che giravo per casa. Pensavo ad una persona ed alle cose che mi aveva detto. Sono entrato in bagno, perché lì c'è lo specchio della regina di Biancaneve. Io chiudo la porta, accendo la luce interna dello specchio, appoggio i gomiti sulla mensola e fisso gli occhi del volto scavato che mi fronteggia. Di solito gli faccio un paio di smorfie prima di iniziare a parlare dei massimi sistemi. Questa mattina ho cercato nel fondo di quegli occhi se potevo trovare la strada per penetrare dentro...dentro cosa? Dentro dove? Nella sua anima? Nel suo cervello? Dentro, e basta. Dopo un po' vedevo solamente una strada, lungo un campo di calcio. Ma la strada era vuota.
Pensa che bello che sarebbe, mi sono detto, se non ci fossero campi di calcio da undici contro undici, ma infiniti chilometri di prati per giocare tutti contro tutti, diecimila, centomila, contro diecimila, contro centomila.
Ci sono stati, ho pensato, si chiamavano campi di battaglia e i combattenti si giocavano la vita e chi la perdeva la lasciava lì sopra i prati, abbandonata sopra fiori che subito appassivano, sopra erba che subito diventava marcia.
Ma no, niente campi infiniti; solo terra, terra, terra; qualche albero; qualche casolare e poi terra, terra, terra. Dove ho già visto questo paesaggio? Tanti anni fa, in Sicilia ed era una piana sconsolata senza ombra di erba, senza ombra di fiori, senza ombra e basta perché non c'era nemmeno un alberello nano; solo terra arsa dal sole.
Pensa che bello che sarebbe, mi sono ancora detto, se la nostra Italia fosse capovolta a testa in giù, o piedi in su, fa lo stesso. Pensa se al posto della Lombardia ci fosse la Sicilia. Che bello! Te lo immagini Formigoni che si incazza: "Mizzeca picciotti, non capite una minchia! Che avete combenato co sta lista del partito nostro? Aaah!"
E la Moratti che si incazza con gli assessori: "Assessore, pemmette due parole? Anche quattro, sindaco. Allora cunnuto, desonorato, sugaminchia e garruso!"
Che bellezza! Dal Piemonte alla Lombardia, al Veneto e al Friuli Venezia Giulia un'unica terra arsa e desolata, abitata dall'operoso popolo siculo. E la lega Nord sarebbe sicuramente più umana coi disgraziati che vengono a cercarsi un pezzo di pane.
E dove le manderemmo le nostre belle piemontesine di Torino, Chivasso e Pinerolo? E le nostre lombarde di Milano, Como e Lecco? Rimarrebbero dove sono a domandarsi se la vita darà mai loro una ricompensa alle fatiche per il loro mestiere di vivere. Quando arriverebbe sta ricompensa, prima o dopo essere morti? In questa vita oppure in una prossima un pochetto migliore, si spera?
Qui mi sono cominciato a far venire pensieri un poco astratti. Infatti erano oramai quasi le sei del mattino, quando tutti in questa casa, nell'appartamento di sopra al nostro e in quello di sotto, ancora dormivano beati, e io mi ponevo quesiti davanti alla faccia riflessa nello specchio.
Qualcuno mi ha detto qualcosa, perché non avevo ben capito...ma cosa mi ha detto...ma chi era costui, o costei? Cosa non avevo capito, o meglio cosa avevo detto, dimenticando qualcosa di importante? C'entra la vita che finisce? Sì, c'entra ed è la mia che finisce o potrebbe finire, o avrebbe potuto finire. Ecco così va meglio, perché avrebbe potuto finire. Adesso ci sono arrivato: ho scritto un post qualche giorno fa, dove ho raccontato che all'inizio dell'anno scorso avevo ricevuto in regalo, non importa da chi, un bel cartello color rosso veneziano con sopra in caratteri dorati la scritta "2009 das wird main Jahr", e cioè che il 2009 sarebbe stato il mio anno.
Grazie, ho detto, che gentile! L'avevo letto da qualche parte che i nati nell'acquario avrebbero avuto un anno favoloso per via di un passaggio del sole nel loro segno. Io sono un acquario, segno d'aria, segno dello spirito. E già mi vedo sommerso dai soldoni che piovono abbondanti dal cielo su di me e mi basta mettermi sopra un piatto di una bilancia come l'Aga Khan perché sull'altro piatto piovano monete d'oro, e gioielli, e diamanti e perle sopraffine per i miei 85 chili, che non è mica poco, e quindi non mi devo mettere all'ingrasso. Oro e gioielli a palate avrei dovuto guadagnare. E poi raggiungere almeno la quinta o sesta edizione del mio libro, sommerso dalle recensioni tutte bellissime e glorificanti.
Dal primo di gennaio dello scorso anno mi sono messo in attesa del boom!
Ma i mesi passavano e le palate di oro e diamanti non arrivavano. Ogni anno porta dodici mesi, mi dicevo, sarà sicuramente più avanti. Ma verso ottobre, visto che non arrivavano palate di soldi, ma cominciavano ad arrivare palate di merda, ho cominciato a pensare sull'effettivo significato di quel cartello. Cosa diavolo intende questo quando mi dice che il 2009 sará il mio anno? Non è per caso che voglia intendere che questo sarà il numero posto a destra sulla mia lapide, e cioè V.I., nome scritto in stampatello a tutte maiuscole, poi a sinistra 1934 e a destra appunto 2009?
Cacchio! Che giorno è oggi? QUANTO MANCA? Ed ogni alba stringere le chiappe aspettando l'alba successiva, fino al 31 dicembre, quando questa ossessione è finita?
Ho avuto la sciocca idea di parlare di questa mia paura.
Una mia amica mi ha redarguito: come osi dire che non è successo niente?
Perbacco! Ha ragione lei.
Allora diciamolo in chiaro. È stato un grande anno per me quello che è appena finito: posso dire di essere un uomo fortunato, infatti ho trovato non una sola amica ma due, più fortunato di così. E per chi non crede che possa esistere una vera amicizia tra un uomo e una donna, sempre per via di quella piccola differenza come la chiamano i francesi, che poi in fondo scava scava finisce sempre per emergere e guastare ogni amicizia, o sublimarla a seconda dei punti di vista, io risponderò che provino a trovare due donne così diverse e pur così simili nei loro sentimenti e nella capacità di esternarli; due donne che non si sono mai conosciute né mai incontrate, che forse mai si incontreranno, ma che hanno il dono di far sentire un uomo mai solo in questo pezzetto di universo e poi, forse, capiranno.
Una è senz'altro un'amica figlia, l'altra no, anche se per età potrebbe essermi figlia. Amica sorella allora? Nemmeno. Allora? Amica e basta.
Come potevo pensare che il 2009 fosse passato invano? Se è vero che chi trova un amico trova un tesoro, chi trova un'amica trova una serie completa di tesori. Io ne ho trovate due. Chi è più fortunato di me?

1 commento:

  1. Lo rileggo adesso, tre anni dopo e mi ricordo quanto ti fossi incavolata, a ragione, per quel mio "non è successo niente".Come si fa a dirlo? Avevo conosciuto te alla fine del 2009 e forse ancora non mi ero reso conto che tu mi avresti aiutato a cambiare la vita.

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